” Dove si va? E’ una domanda che da sempre interpella la nostra cultura e, alla radice, la nostra esistenza. La sensazione dell’uomo e della donna di oggi è quella di essere stranieri in questa terra, senza una casa, condannati ad una angosciosa ricerca di un futuro, mentre aspiriamo con tutte le forze a conservare, gestire, programmare e amministrare.
Ci interroghiamo quale sia la patria della nostra identità. Dove si va? E la via? C’è una via per questa patria? Ci sono sentieri per questa meta? Ci sono strade in questo deserto? Spesso ci viene da dire con l’Apostolo Tommaso: se non conosciamo la mèta, come possiamo conoscere la via?
Eppure dentro la nostra condizioni di nomadi e di pellegrini, risuona forte e fiduciosa una parola che dà speranza che svela la mèta e apre la via per raggiungerla. Io, Cristo, sono la via. Non siamo gettati nel mondo, non siamo condannati all’esistenza, non siamo abbandonati al caso e non esistiamo per la morte. No. Siamo invece un progetto di Dio che è disegno di amore.
Ci sono molti posti nella casa del Padre e Cristo ne ha preparato uno per ognuno di noi, irripetibile, esclusivo e riservato, col nostro nome già scritto con l’inchiostro del suo Sangue. Perché dove è Lui, siamo anche noi. Mistero di amore