Carissimi ragazzi.
viviamo in pienezza questa settimana che ci porta alla Pasqua con la consapevolezza che dopo il pianto arriva la GIOIA!
RICONCILIAZIONE PASQUALE 2020 SENZA SACERDOTE
Quest’anno a causa del coronavirus non possiamo partecipare alla settimana santa in chiesa e neppure confessarci davanti al sacerdote. Papa Francesco ha ricordato a tutti che, dopo aver fatto l’esame di coscienza e chiesto perdono con l’atto di pentimento umile e sincero, possiamo AFFIDARCI DIRETTAMENTE AL SIGNORE E OTTENERE IL PERDONO SENZA SACERDOTE. Passato questo tempo triste andremo dal nostro sacerdote per ricevere ancora la grazia del perdono.
Riviviamo allo stesso tempo, il meraviglioso momento vissuto insieme qualche anno fa, rappresentando e vivendo la Via Crucis con tutta la nostra comunità parrocchiale di San Zeno.
Per prepararti bene dedica 15 minuti e prova a scegliere tra i personaggi della Passione di Gesù in croce quello o quelli che più ti somigliano.
1
– I DISCEPOLI CHE GLI STANNO ACCANTO
Uscì
e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo
seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare
in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso,
cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da
me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà».
Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella
lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce
di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò
dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse
loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in
tentazione».
Un pò somiglio a loro: cerco di stare accanto a Gesù e di seguire la sua via… a volte però la cosa si fa faticosa…bella, intensa, ma faticosa. MI distraggo, preferisco fare quello che fanno gli altri, preferisco restare a letto invece che andare alla Messa, o stare a chiacchiera invece che provare a condividere.Preferisco poltrona e tv all’incontro del gruppo. Preferisco fare i miei cavoli anziché’ partecipare attivamente alle lezioni scolastiche, al gruppo, alla Messa. Perché? Non ne ho voglia!
2
– GIUDA
Mentre
ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava
Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per
baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il
Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò
che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la
spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli
staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate!
Basta così!». E, toccandogli l’orecchio, lo guarì.
Un pò gli somiglio: Ma Giuda non era uno dei dodici amicissimi di Gesù? Cosa gli è saltato in mente di tradirlo? Credo che non arriverei mai a tradire fino a questo punto un amico, ma a volte anche nell’amicizia metto al primo posto me stesso…i miei interessi. Devo difendermi a scuola da un rimprovero dei professori? È facile dire “È stato lui”! Potrei aiutare un amico che ha bisogno? “Ho da fare oggi” e l’amico si arrangia! Mi piace qualcosa che i miei amici hanno e io non posso avere? Cerco in tutti i modi di prenderglielo. Mia mamma o mio babbo mi danno fiducia e mi fanno uscire con gli amici? E io combino guai e ritorno in ritardo. Devo fare i compiti a casa? E io li copio da internet o dagli amici.
3
– PIETRO
Dopo
averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa
del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un
fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro
sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al
fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con
lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo
un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro
rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro
insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è
Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in
quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il
Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò
della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo
canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse
amaramente
Un pò gli somiglio: a volte è difficile dire agli altri che conosco Gesù, che per me è un tipo interessante, che in Parrocchia ci sto bene, che il gruppo è un appuntamento non così male e che non sono poi così tutti rompiscatole. Mi dispiace, mi sento un po’ stupido, ma preferisco cavarmela con il negare tutto. A volte non riesco ad ammettere che sto soffrendo, che ho bisogno di essere consolato, non riesco a dire ai miei genitori che li amo e che vorrei essere amato di più…mi tengo tutto dentro e nego tutto…ma sto male…come Pietro!
4 – GLI UOMINI CHE LO AVEVANO IN CUSTODIA
E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.
Un pò somiglio a loro: non arriverei mai a tanto…ma a volte, soprattutto con i ragazzi più deboli, a scuola o con gli amici o anche solo con i passanti per farmi grande con i compagni…quante prese in giro, quante offese gratuite…sei obeso, sei nano, sei down, sei…e vai con la fantasia. Non è che voglio far loro del male, ma non so cosa mi prende…mi sento forte e più le parole che dico sono brutte… e più mi sento grande.
5 – ERODE
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
Un pò gli somiglio: Quando qualcuno non mi dà soddisfazione e non mi mette al centro dell’attenzione…con me ha chiuso. Inizio subito a pensare che quello sia uno scemo, che non sia da considerare. Divento anche geloso. Io voglio essere il più importante…non c’è CRISTO che tenga…alla Messa io devo attirare attenzione, non Lui. A scuola i ragazzi devono ascoltare me…quel che dice il prof non è importante…e i miei genitori? Se non mi ascoltano …so come fargliela pagare!
6
– PILATO
Pilato,
riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro:
«Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io
l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna
delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha
rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò,
dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si misero a
gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà
Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una rivolta,
scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo,
perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano:
«Crocifìggilo! Crocifìggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse
loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che
meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà».
Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso,
e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro
richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato
messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e
consegnò Gesù al loro volere.
Un pò gli somiglio...perché qualcuno ho messo in croce anch’io. Quando faccio del male a qualcuno con le parole, che lasciano il segno come chiodi. Quando faccio male a qualcuno parlando male di lui, e marchiandolo così a fuoco davanti agli altri. Quando non penso alla fatica che fanno i miei genitori per mantenermi e chiedo sempre di più. Quando non permetto agli altri di essere liberi perché voglio che facciano quello che dico io. Quando derido chi mi insegna, a scuola, nello sport, in Chiesa e non gli permetto di svolgere il suo lavoro.
7
– IL CIRENEO
Mentre
lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava
dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
Un pò gli somiglio quando vedo qualcuno che ha bisogno di essere aiutato, un anziano, mia mamma, un amico…non mi faccio avanti. Difficilmente chiedo: “hai bisogno di aiuto”? Però se qualcuno mi prega di aiutarlo faccio quello che devo.
8 – IL POPOLO E LE DONNE Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.
Un pò somiglio anche a loro:seguo Gesù come fan tutti e perché lo hanno deciso i miei genitori …vado a catechismo perché così mi tolgo il pensiero, vado alla Messa e tra una chiacchiera e l’altra rispondo alle preghiere senza nemmeno saper quello che dico. Faccio la Comunione senza prepararmi e senza rendermi conto che è il Signore quello lì davanti a me… “Corpo di Cristo” e io dico “AMEN” …e nulla cambio del mio comportamento.
9 – IL LADRONE
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Un pò gli somiglio:Ne combino di grosse, ma so chiedere perdono. E Gesù non me lo nega mai. So riconoscere quando è il momento di finirla di fare il gradasso e quando è arrivato il momento di riconoscere i miei peccati. Ora è quel momento ed è per questo che vado dal sacerdote per confessarmi
O Gesù d’amore acceso, non ti avessi mai offeso, o mio caro buon Gesù, con la tua santa grazia, non ti voglio offendere più, perché ti amo sopra ogni cosa. Gesù mio, misericordia perdonami…
Grazie Signore, tu mi perdoni sempre. Signore, tu ascolti le mie parole. Grazie Signore, tu mi accogli come un figli. E’ bello incontrarti, è come un giorno di primavera. Tu fai nuove tutte le cose. Vieni a casa con me, accompagnami ogni giorno. Restami vicino. Il mio cuore è accanto a te. Tu mi vuoi bene.
Grazie Signore, tu mi perdoni sempre.
Ultima Cena di Leonardo da Vinci – gli apostoli e la figura di Cristo
L’Ultima cena venne ideato ed eseguito dal grande Leonardo da Vinci fra il 1493 e il 1498 per il refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. Il committente dell’opera era Ludovico il Moro. Questi aveva scelto la chiesa domenicana come luogo di sepoltura del proprio casato.
L’affresco rappresenta l’Ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli. L’Ultima Cena è considerata il dipinto più celebre del mondo anche per i misteri che la circondano. L’idea di Leonardo è stata di rappresentare il momento della reazione degli apostoli alla frase di Gesù: Qualcuno di voi mi tradirà! Tra tutti spicca Pietro che cerca di scoprire chi sia, tenendo stretto in pugno un coltello per fare giustizia.
Per rappresentare i personaggi Leonardo si avvalse di modelli reali. Si dice che Gesù e Giuda fossero la stessa persona. Il modello per Gesù fu trovato da Leonardo in persona in una piazza di Roma. Era un ragazzo di 19 anni che colpì il maestro per la purezza e il candore dei suoi lineamenti. Matteo Bandinelli.
Giuda fu l’ultimo a essere ritratto. Leonardo scovò due anni dopo in una taverna un uomo dissoluto con il volto trasfigurato dai vizi. Quando Leonardo gli propose di fargli da modello per Giuda, l’uomo rispose: “Non mi riconosci? Sono lo stesso che avevi scelto per Gesù”. Dopo due anni di vita viziosa il suo volto era risultato deformato.
Il momento raffigurato nell’Ultima Cena è tratto dal Vangelo di Giovanni e mostra l’attimo successivo all’annuncio di Gesù dell’imminente tradimento: In verità, vi dico: uno di voi mi tradirà.
Gli apostoli sono raggruppati a tre a tre all’interno di una scatola prospettica di rigida e chiara leggibilità e sottolineata dal soffitto che degrada verso il fondo aperto su un paesaggio luminoso. Tra essi c’è chi mostra dolore, chi sconcerto o incredulità, chi ancora, stupito, si rivolge al compagno per cercare di capire, mentre la figura di Gesù, isolata al centro, è composta e solenne. Il suo annuncio, quindi, genera una reazione a catena che coinvolge tutti gli apostoli tranne Giuda.
Giuda è riconoscibile per la borsa dei denari, sciagurato compenso per aver venduto per 30 denari Gesù ai suoi carnefici. Il coltello impugnato da Pietro e tenuto dietro la schiena di Giuda viene a imporsi come il simbolo del tradimento. Con la mano sinistra Pietro scuote Giovanni e gli chiede a chi Gesù si riferisca.
Il volto quieto e idealizzato del Cristo si impone come centro prospettico della scena dipinta. È stato uno dei dettagli di più complessa realizzazione per Leonardo.
All’estrema destra del tavolo, da sinistra a destra, Matteo, Giuda Taddeo e Simone esprimono con gesti concitati il loro smarrimento e la loro incredulità.
Giacomo Maggiore (quinto da destra) spalanca le braccia attonito; vicino a lui Filippo porta le mani al petto, protestando la sua innocenza; dietro di lui c’è Tommaso (con il dito alzato).
All’estrema sinistra del tavolo, da sinistra a destra, Bartolomeo, Giacomo Minore e Andrea.